Commento dei critici
ATTO PROATTIVO – BEN VENGA IL CAOS DI GERARDO BOMBONATO – BOLOGNA 2012
- Critico: GERARDO BOMBONATO
- Anno: 2012
- Tecnica mista su tela
Non so se il noto aforisma di Karl Kraus, scrittore, commediografo, giornalista, poeta, polemista e satirico del secolo scorso, fosse presente agli artisti che si accingevano a dar vita al Movimento Artistico Proattivo alla ricerca di se stessi e della loro libertà espressiva. Quel che mi pare certo è che la loro tensione conoscitiva, la loro ansia di scoperta e riscoperta, parta proprio da questo assunto e affondi le sue radici più o meno inconsce in una speculazione antica come l’uomo. Un ritorno alle origini, nella consapevolezza che tutto quello che è venuto dopo non ha certo portato a una conclusione. Ci ha forse reso più ricchi di conoscenza, ma non appagati. Come diceva Giordano Bruno ne ‘La cena delle ceneri’, noi moderni siamo i veri antichi perché sommiamo alle conoscenze del presente l’esperienza di chi ci ha preceduto. Il caos, dunque. Già nel quinto secolo avanti Cristo, Parmenide pensava che la molteplicità fosse solo apparenza e che l’essere corrispondesse all’uno. L’idea dell’unità di tutte le cose è vecchia quanto la filosofia occidentale, ma è stata messa da parte in favore dell’analisi e della scomposizione. Mentre in Oriente la riflessione non si è mai arrestata e le filosofie orientali da sempre affermano che ogni cosa è connessa. Mah! Quanto abbiamo perso e quanto guadagnato nell’operazione è domanda tuttora aperta. Oggi l’idea dell’unità del tutto non è più ristretta a una piccola riserva indiana di mistici e filosofi. La vecchia questione filosofica tra oggetto in sé e la sua percezione e, più in generale, tra l’essere in sé e l’essere percepito sembra aver trovato una definitiva soluzione. La scienza olografica ritiene infatti che il nostro cervello elabori informazioni provenienti da un ordine implicito che collega ogni aspetto della realtà. Due gli interrogativi che hanno riproposto la ‘visione olistica’ della realtà: settori diversi, ma risposte straordinariamente simili. Vediamoli. Nel campo della neurobiologia si è scoperto che la visione per cui i ricordi e le capacità individuali sarebbero localizzati in particolari zone del cervello non è vera. Infatti, in caso di amputazioni di parti della materia grigia, altre zone del cervello cominciano a svolgere le funzioni prima appartenenti alle aree perdute. Esse non sono quindi localizzate, ma diffuse in tutto il cervello e presenti in qualche modo interamente in ogni singola porzione di esso. Analogamente nel campo della meccanica quantistica si è arrivati alla conclusione che due particelle legate fra loro (atomo) mantengono la capacità di influenzarsi anche a grande distanza (Cern-Gran Sasso) in maniera istantanea. Al di là dello spazio.Se tutto questo è vero si può comprendere meglio la vitalità e l’attualità delle ragioni che sottendono il Manifesto degli artisti proattivi: la non linearità del comportamento naturale dei fenomeni, quindi del caos e dell’impossibilità di attuarne una previsione. Con la premessa spinoziana che tutto è in ogni cosa e che l’uomo ha già in sé l’universo stesso. Si tratta dunque di esprimerlo questo universo individuale con un’operazione maieutica dettata dalla creatività e sensibilità personali. In fondo, come diceva G. C. Argan,